E ci voleva ancora una ricetta sul dolce principe del Carnevale?
Cenci, bugie, gale, galane, frappe, chiacchiere e chi più ne ha più ne metta
i nomi ocn cui codesto dolcetto è conosciuto in Italia sono tanti quante le ricette usate per prepararlo
ma i nostri cenci sono davvero speciali, perchè chiunque li abbia mangiati ( sono decenni che mamma prima e io poi li produciamo) ha sempre avuto parole di apprezzamento e meraviglia
Ricordo che mamma preparava addirittura 3, 4 dosi alla volta e le friggeva nella nostra ampia cucina di casa a Nervi, utilizzando litri e litri di ottimo olio di oliva e poi spolverate di dolcissimo e impalpabile succhero al velo cominciaval'interminabile processione di consegna del fragrante contenuto
la ricetta è semplicissima.. il segreto sta nella frittura
per "una dose" (ne vengono due leccarde da forno colme)
500 g farina 00
2 uova intere e 1 torlo
1 cucchiaio colmo di zucchero semolato
30 g di burro intero
vino bianco o marsala (dipende dal gusto e dal colore che si vuole dare alle chiacchiere)
all'incirca 5 mezzi gusci d'uovo
come vedete non si bagnano con acqua. la dose del vino è a occhio deve venire un impasto tipo quelle delle tagliatelle, io comincio ad aggiungere vino misurandolo in mezzo guscio d'uovo, poi vedo come lo assorbe la farina.
si ripone a riposare coperto per almeno mezz'ora e poi si tira con la nonna papera
i nostri cenci sono sottilissimi, si sciolgono letteralmente in bocca, per questo sono invendibili, per farne un etto ce ne vogliono 15,, vedete bene che sono antieconomici ^_^
quindi si comincia sullo spessore più largo, poi si scende a metà e poi all'ultima tacca della sfogliatrice
si tagliano a piacere e si fanno i tagli centrali, poi volendo si possono intrecciare o stringere al centro per fare le gassette. a me piacciono poco perchè nei nodi la pasta rimane più dura
mano a mano che sono pronte si friggono in abbondante olio di oliva (scendete al massimo a quello di semi di arachidi) per la dose ce ne vogliono almeno 3 litri caldo a 170° gradi (un pezzettino di pasta buttata deve subito risalire in superficie e fare le bollicine intorno) poche alla volta in maniera che possano galleggiare bene e rigirarsi. si tirano su col ragno che toglie molto più olio rispetto alla schiumarola e si pongono su carta assorbente
una volta fredde si spolverano con lo zav e si gusta no
particolare della manona di Luca ^_^
giorno dopo giorno, provo e assaggio piatti che provengono da varie fonti: piatti regionali, piatti internazionali, piatti di grandi chef, piatti di cuochi amatoriali... non ripeto mai due volte la stessa ricetta, non mi precludo la scelta di alcun ingrediente. Uniche regole: l'eccellenza, la sostenibilità e l'adesione il più possibile alla ricetta originale
Che bel post che sa di antico,e uno dei dolci di carnevale che mi ricorda la mia infanzia insieme ai fatti fritti,e da tantissimo che non li mangio,i tuoi sono meravigliosi anche se non amo friggere dovrò rimediare.
RispondiEliminaun abbraccio
grazie è un complimento graditissimo <3
RispondiEliminaWow! Questi cenci (o chiacchiere, o frappe che dir si voglia...) sembrano friabilissime... E poi così sottili... Mi hai fatto venire voglia... :o)
RispondiEliminaComplimenti! Fantastica come sempre! :o)
<3 <3
RispondiEliminasottili e quindi, se siamo brave a non esagerare, non influiscono troppo con la linea
mmm... che delizia!!! sembrano fantastici, complimenti!
RispondiEliminabello il tuo blog, l'ho appena scoperto per caso e ho già sbirciato altri post, molto interessanti le tue ricette!
mi sono aggiunta ai tuoi followers :)
passa anche da me se ti va!
a presto,
Michela
amche io uso la stessa pentola per friggere ci vuole tanto olio
RispondiEliminaGrazie Michela di essere passata a trovrmi, ricambierò il favore
RispondiEliminaGunther non lo avrei mai messo in dubbio conoscendoti^_^