L'invenzione di questo stuzzichino risale al XVIII secolo, durante la colonizzazione della regione centrale del paese. In questo periodo, a causa della difficoltà di approvvigionamento dei prodotti importati, tra cui il grano, i colonizzatori hanno imparato con la cucina degli índios a utilizzare prodotti locali come la “mandioca”, una radice a tubero molto nutriente e versatile, che può essere consumata cotta, fritta, come farina o fecola e anche come bevanda. La fecola di manioca, conosciuta come "polvilho", viene utilizzata come addensante al posto della fecola di patate e dell'amido di mais.
Fonte: Mônica Chaves Abdala, "Sabores da tradição" in "Revista do Arquivo Público Mineiro" Ano XLII, n°2, 2006. Consultato il 24.11.2014
Ingredienti
- • 500 g di polvilho doce o polvilho azedo
- • 250 ml di latte
- • 125 ml di acqua
- • 125 ml di olio di mais
- • 1 cucchiaino di sale
- • 2 uova piccole
- • 150 g di parmigiano grattugiato
Procedimento
1. Portare a ebollizione i liquidi (latte, acqua, olio) con il sale.
2. Versare i liquidi bollenti sul “polvilho” in una ciotola capiente.
3. Mescolare con 1 cucchiaio per far assorbire i liquidi.
4. Quando si intiepidisce amalgamare le uova e il formaggio, lavorando bene con le mani sul piano di lavoro fino ad ottenere un impasto gommoso che si stacchi dalle mani.
5. Con una spatola staccare porzioni d'impasto e fare dei cordoni.
6. Tagliare piccole porzioni come nella preparazione degli gnocchi e formare palline con le mani.
7. Cuocere in forno a 200°C finché sotto i panini si forma una crosticina dorata mentre l’interno rimane gommoso.
8. Servire calde appena sfornate, ma possono anche essere riscaldate al forno.
L’impasto può essere surgelato modellato o a panetti. I panini già surgelati possono essere portati in forno senza scongelare.
Palline piccole sono ottime come stuzzichino e per la merenda o per un buffet informale si possono fare panini più grossi
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