domenica 17 febbraio 2013

I cenci di casa Sennati

E ci voleva ancora una ricetta sul dolce principe del Carnevale?
Cenci, bugie, gale, galane, frappe, chiacchiere e chi più ne ha più ne metta
i nomi ocn cui codesto dolcetto è conosciuto in Italia sono tanti quante le ricette usate per prepararlo
ma i nostri cenci sono davvero speciali, perchè chiunque li abbia mangiati ( sono decenni che mamma prima e io poi li produciamo) ha sempre avuto parole di apprezzamento e meraviglia
Ricordo che mamma preparava addirittura 3, 4 dosi alla volta e le friggeva nella nostra ampia cucina di casa a Nervi, utilizzando litri e litri di ottimo olio di oliva e poi spolverate di dolcissimo e impalpabile succhero al velo cominciaval'interminabile processione di consegna del fragrante contenuto

la ricetta è semplicissima.. il segreto sta nella frittura

per "una dose" (ne vengono due leccarde da forno colme)

500 g farina 00
2 uova intere e 1 torlo
1 cucchiaio colmo di zucchero semolato
30 g di burro intero
vino bianco o marsala (dipende dal gusto e dal colore che si vuole dare alle chiacchiere)
all'incirca 5 mezzi gusci d'uovo

come vedete non si bagnano  con acqua. la dose del vino è a occhio deve venire un impasto tipo quelle delle tagliatelle, io comincio ad aggiungere vino misurandolo in mezzo guscio d'uovo, poi vedo come lo assorbe la farina.


si ripone a riposare coperto per almeno mezz'ora e poi si tira con la nonna papera
i nostri cenci sono sottilissimi, si sciolgono letteralmente in bocca, per questo sono invendibili, per farne un etto ce ne vogliono 15,, vedete bene che sono antieconomici ^_^
quindi si comincia sullo spessore più largo, poi si scende a metà e poi all'ultima tacca della sfogliatrice

si tagliano a piacere e si fanno i tagli centrali, poi volendo si possono intrecciare o stringere al centro  per fare le gassette. a me piacciono poco perchè nei nodi la pasta rimane più dura
mano a mano che sono pronte si friggono in abbondante olio di oliva (scendete al massimo a quello di semi di arachidi) per la dose ce ne vogliono almeno 3 litri caldo a 170° gradi (un pezzettino di pasta buttata deve subito risalire in superficie e fare le bollicine intorno) poche alla volta in maniera che possano galleggiare bene e rigirarsi. si tirano su col ragno che toglie molto più olio rispetto alla schiumarola e si pongono su carta assorbente


una volta fredde si spolverano con lo zav e si gusta no


particolare della manona di Luca ^_^

7 commenti:

  1. Che bel post che sa di antico,e uno dei dolci di carnevale che mi ricorda la mia infanzia insieme ai fatti fritti,e da tantissimo che non li mangio,i tuoi sono meravigliosi anche se non amo friggere dovrò rimediare.
    un abbraccio

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  2. Wow! Questi cenci (o chiacchiere, o frappe che dir si voglia...) sembrano friabilissime... E poi così sottili... Mi hai fatto venire voglia... :o)
    Complimenti! Fantastica come sempre! :o)

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  3. <3 <3

    sottili e quindi, se siamo brave a non esagerare, non influiscono troppo con la linea

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  4. mmm... che delizia!!! sembrano fantastici, complimenti!
    bello il tuo blog, l'ho appena scoperto per caso e ho già sbirciato altri post, molto interessanti le tue ricette!
    mi sono aggiunta ai tuoi followers :)
    passa anche da me se ti va!
    a presto,
    Michela

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  5. amche io uso la stessa pentola per friggere ci vuole tanto olio

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  6. Grazie Michela di essere passata a trovrmi, ricambierò il favore

    Gunther non lo avrei mai messo in dubbio conoscendoti^_^

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