i tappeti subiscono la quotidiana aggressione di scarpe, polvere, piccoli incidenti domestici
dal più economico al più pregiato , averne cura non è difficile: ecco come farli durare a lungo
OGNI SETTIMANA
la polvere e il terriccio penetrano nel tappeto e rovinano il pelo
bisogna passare l'aspirapolvere almeno un giorno sì e uno no specie nelle stanze più frequentate
il battitappeto, dall'azione più aggressiva, va passato una volta alla settimana, specialmente nei tappeti pregiati o antichi
quelli davvero molto antichi vanno puliti ancora più di rado con questo elettrodomestico
due o tre volte all'anno i tappeti vanno rivoltati e puliti anche dal rovescio
OGNI ANNO
tappeti grandi e piccoli hanno bisogno di essere puliti a fondo una o due volte l'anno
se si pensa di farlo da sé bisogna leggere con attenzione l'etichetta, seguire alla lettera le istruzioni del fabbricante e ricordarsi che:
si deve
- provare lo shampoo che si intende adoperare in un angolo nascosto per saggiare i colori
- dopo lo shampoo passare l'aspirapolvere almeno 12 volte, incrociando le passate. l'ultima va fatta nel senso del pelo per farlo rimanere bello dritto
non si deve
- bagnare esageratamente il tappeto perché può restringersi e la trama del rovescio può macchiare la superficie
- fare lavaggi frequenti perché possono indebolire le fibre e danneggiare la trama
- rimettere a posto i mobili prima che il tappeto si a perfettamente asciutto perchè il peso può causare danni irreparabili al pelo umido
- usare calore artificiale per asciugare più in fretta il tappeto
quale shampoo?
gli shampoo più facili da usare sono quelli in schiuma ad asciugatura rapida: assorbono lo sporco e asciugano in fretta si passa quindi l'aspirapolvere: i tipi aerosol sono pratici per togliere le macchie
i tappeti molto sporchi vengono meglio coll'apparecchio a getto di vapore : lo shampoo viene spruzzato ad alta pressione e poi risucchiato dall'aspirapolvere
il tocco del professionista
a meno che non si abbiano conoscenze personali, le Pagine Gialle sono il posto migliore dove cercare le imprese di pulizia
è bene farsi fare più di un preventivo e ottenere risposte chiare a queste domande
- l'impresa è assicurata? le migliori imprese ammettono che qualcosa possa andare storto
- il prezzo è comprensivo del trasporto e dell'eventuale spostamento di mobili?
- puliscono sul posto o portano via il tappeto?
- qual è il costo se siete voi a portare il tappeto in tintoria? (utile per tappeti di piccole dimensioni)
QUANDO è NUOVO
un tappeto nuovo può perdere una grande quantità di pelo... non c'è da preoccuparsi
si spazzola leggermente la superficie o si usa la scopa di saggina fino a che il pelo non viene più via
se spunta qualche fiocco sparso o qualche filo allentato, regolarli con attenzione con un paio di forbici affilate
non strapparli o tirarli
terminata questa fase iniziale passare normalmente l'aspirapolvere
LA SCOPA
le tradizionali scope di saggina sono sempre l'ideale per i tappeti nuovi e per la pulizia rapida tra una passata e l'altra del battitappeto
in alternativa si può usare una spazzola morbida specie per i tappeti antichi e di valore
CONTRO L'USURA
- tenere lo zerbino davanti alla porta esterna
- spostare di tanto in tanto i mobili per rendere omogeneo il consumo del tappeto (o girare il tappeto)
ricordarsi di alzare i mobili pesanti facendosi aiutare e non di trascinarli
- in casa limitare, per quanto è possibile , l'uso di tacchi sottili e suole di gomma che schiacciano e fregano il pelo
ALT ALL'ELETTRICITà STATICA
i tappeti in fibra artificiale richiedono più attenzione di quelli in fibre naturali (lana) perchè producono elettricità che attira al polvere: è meglio sceglierne uno con trattamento antistatico
la mancanza di umidità aggrava spesso il problema (per esempio col riscaldamento centrale) per cui un umidificatore può essere d'aiuto
sconsiglio a priori i trattamenti spray antistatici: alcuni lasciano un residuo per cui il tappeto si sporca ancor più rapidamente
PREVENIRE E PROTEGGERE
ci sono vari trattamenti professionali per evitare che i tappeti si sporchino con frequenza e per renderne più facile al pulitura: uno di questi, il più conosciuto, è il trattamento antimacchia che impedisce alle macchie di penetrare in profondità: questo trattamento deve essere eseguito da professionisti e il prezzo varia da città a città
un trattamento resiste per 2 o 3 shampoo
AMMACCATURE
un pelo ammaccato rovina rapidamente l'aspetto del tappeto ; le fibre artificiali sono particolarmente portate ad appiattirsi
aspirapolvere regolare e una spazzolata ogni tanto fanno molto
se il tappeto si è ammaccato provate a:
- fregare le fibre col bordo di una moneta
- premere leggermente la zona con un ferro da stiro a vapore su un panno asciutto quindi spazzolare delicatamente
PELO LUNGO
i tappeti a pelo lungo andrebbero rastrellati almeno una volta alla settimana con un rastrello epr tappeti prima di passare l'aspirapolvere
si rimuove lo sporco profondo ed il pelo viene mantenuto morbido e sollevato
il rastrello dovrebbe essere usato anche dopo lo shampoo
LUNGA DURATA
fate ruotare spesso i tappeti e passate l'aspirapolvere anche sul rovescio per toglier a fondo la polvere che si deposita
non si deve mai passare l'aspirapolvere sulle frange perchè si rovinano
per evitare che gli angoli dei tappeti si rovinino cucire sul rovesci le apposite placche in metallo oppure dei cartoni tagliati a forma di L
per ravvivare i colori un po' spenti cospargete abbondantemente il tappeto di sale fino e poi dopo un'ora passate l'aspiraolvere
METTERE VIA I TAPPETI
se desiderate riporre i tappeti nella stagione estiva essi vanno posti all'aria per qualche ora poi sbattuti col battipanni
dopo aver passato il battitappeto dal rovescio, si puliscono dal dritto a secco con crusca scaldata in forno e una spazzola, oppre con uno straccio imbevuto di petrolio
si passa il battitappeto per eliminare ogni traccia e poi si coprono con fogli di giornale (si può omettere in questo caso la naftalina) oppure si mettono pezzi di canfora avvolti in carta
si arrotola il tappeto e si fascia bene con carta di giornale chiudendo con nastro da pacchi o spago e si ripone in luogo fresco
giorno dopo giorno, provo e assaggio piatti che provengono da varie fonti: piatti regionali, piatti internazionali, piatti di grandi chef, piatti di cuochi amatoriali... non ripeto mai due volte la stessa ricetta, non mi precludo la scelta di alcun ingrediente. Uniche regole: l'eccellenza, la sostenibilità e l'adesione il più possibile alla ricetta originale
venerdì 31 maggio 2013
giovedì 30 maggio 2013
La torta sacripantina
La Sacripantina è un dolce brevettato dalla pasticcieria Preti di Sant'Olcese
esiste i due versioni: con la crema zabaione e con il mascarpone
Nel 1851 la pasticcieria inventò il SACRIPANTE e la SACRIPANTINA
Il sacripante è una crema fredda e il suo nome deriva da un eroe dell'Orlando furioso , innamorato di Angelica
La sacripantina è la torta propriamente detta, e a Genova si consuma soprattutto nel periodo di Natale, anche se al giorno d'oggi è stata sdoganata come dolce per tutto l'anno
Ingredienti per 12 persone
500 ml di latte fresco intero
1 panetto da 250 g burro
10 torli
1 bicchiere e mezzo di zucchero
1 bicchiere di farina
1 bicchiere di marsala
mezzo bicchiere di rum
2 cucchiai di cacao amaro olandese
1 canestrello* per creare l'altezza
per il pds Preti
300 g di uova intere fredde di frigo
250 g di zucchero
180 g di farina
* il canestrello è un biscotto di pasta frolla tipico ligure, dalla forma di un fiore con un buco al centro
preparare dal pds un disco di 20 cm circa di diametro da dividere parallelamente in due dischi, uno sottilisismo euno di circa 1 cm, ma 2 di altezza
col rimanente pds preparare un briciolame fino che deve essere morbido e quindi va sbriciolato non troppo tempo prima
Si porta il latte al punto di ebollizione senza farlo bollire
Si comincia con montare i torli con lo zucchero, quando sono belli bianchi si unisce la farina setacciata a pioggia e per ultimo il marsala sempre lavorando in maniera energica con la frusta a fili
Quando il tutto è diventato cremoso e amalgamato è l'ora di unire il latte caldo a filo
si mette sul fuoco basso e si cuoce la pasticciera fino alla temp di 85°C poi si lascia raffreddare rimescolando spesso
una volta a temp ambiente si unisce il burro morbido mescolando con la frusta a fili creando quindi una crema al burro alternando un pezzo di burro e un pochino di rum
A questo punto ricaviamo dal pds un disco di un cm circa di altezza e lo posiamo su un vassoio di cartone
poi tagliamo un altro disco sottilissimo chiamato RETINA
Bagnamo il disco pù spesso con del marsala
dividiamo il sacripante in due parti e uniamo ad una parte del cacao amaro in polvere mescolando bene
mettiamo la crema al cacao sopra il disco bagnato di marsala a montagnetta e con la spatola abbassiamolo verso i bordi del pds lasciandolo più alto al centro in modo da fare una collinetta
Prendiamo un canestrello e poniamolo sopra la collinetta di crema, bagnamolo con il marsala e poi copriamolo con la crema rimasta bianca
Adesso prendiamo la retina, poniamola sopra il canestrello coperto di crema bianca in modo da fare una bella montagnetta regolare
Con una spatola rivestiamo tutta la retina con la crema bianca partendo dai bordi e andando verso la cima lisciando bene un po come stuccare le torte con la cdb
quando la torta è tutta ben coperta e perfettamente lisciata si ricopre con le briciole finissime di pds come si fa con la torta mimosa
esiste i due versioni: con la crema zabaione e con il mascarpone
Nel 1851 la pasticcieria inventò il SACRIPANTE e la SACRIPANTINA
Il sacripante è una crema fredda e il suo nome deriva da un eroe dell'Orlando furioso , innamorato di Angelica
La sacripantina è la torta propriamente detta, e a Genova si consuma soprattutto nel periodo di Natale, anche se al giorno d'oggi è stata sdoganata come dolce per tutto l'anno
Ingredienti per 12 persone
500 ml di latte fresco intero
1 panetto da 250 g burro
10 torli
1 bicchiere e mezzo di zucchero
1 bicchiere di farina
1 bicchiere di marsala
mezzo bicchiere di rum
2 cucchiai di cacao amaro olandese
1 canestrello* per creare l'altezza
per il pds Preti
300 g di uova intere fredde di frigo
250 g di zucchero
180 g di farina
* il canestrello è un biscotto di pasta frolla tipico ligure, dalla forma di un fiore con un buco al centro
preparare dal pds un disco di 20 cm circa di diametro da dividere parallelamente in due dischi, uno sottilisismo euno di circa 1 cm, ma 2 di altezza
col rimanente pds preparare un briciolame fino che deve essere morbido e quindi va sbriciolato non troppo tempo prima
Si porta il latte al punto di ebollizione senza farlo bollire
Si comincia con montare i torli con lo zucchero, quando sono belli bianchi si unisce la farina setacciata a pioggia e per ultimo il marsala sempre lavorando in maniera energica con la frusta a fili
Quando il tutto è diventato cremoso e amalgamato è l'ora di unire il latte caldo a filo
si mette sul fuoco basso e si cuoce la pasticciera fino alla temp di 85°C poi si lascia raffreddare rimescolando spesso
una volta a temp ambiente si unisce il burro morbido mescolando con la frusta a fili creando quindi una crema al burro alternando un pezzo di burro e un pochino di rum
A questo punto ricaviamo dal pds un disco di un cm circa di altezza e lo posiamo su un vassoio di cartone
poi tagliamo un altro disco sottilissimo chiamato RETINA
Bagnamo il disco pù spesso con del marsala
dividiamo il sacripante in due parti e uniamo ad una parte del cacao amaro in polvere mescolando bene
mettiamo la crema al cacao sopra il disco bagnato di marsala a montagnetta e con la spatola abbassiamolo verso i bordi del pds lasciandolo più alto al centro in modo da fare una collinetta
Prendiamo un canestrello e poniamolo sopra la collinetta di crema, bagnamolo con il marsala e poi copriamolo con la crema rimasta bianca
Adesso prendiamo la retina, poniamola sopra il canestrello coperto di crema bianca in modo da fare una bella montagnetta regolare
Con una spatola rivestiamo tutta la retina con la crema bianca partendo dai bordi e andando verso la cima lisciando bene un po come stuccare le torte con la cdb
quando la torta è tutta ben coperta e perfettamente lisciata si ricopre con le briciole finissime di pds come si fa con la torta mimosa
martedì 28 maggio 2013
Fagioli alla bostoniana
Beantown, città dei fagioli, è l'appellativo che si è guadagnata Boston fin dai tempi delle colonie, quando uno dei cibi preferiti dei suoi abitanti era i fagioli cotti per molte ore nella melassa
E proprio la melassa è al centro del triangular trade, il commercio triangolare che partiva dai Caraibi dove gli schiavi coltivavano la canna da zucchero; questa veniva spedita a Boston per essere trasformata in rum (ottenuto dalla distillazione della melassa) che veniva a sua volta utilizzato epr comprare altri schiavi in Africa occidentale da utilizzare nei Caraibi
Anche dopo che questo commercio ebbe fine, Boston rimase grande produttrice di rum e la melassa era ancora lavorata in grandi quantità. Ancor oggi si ricorda l'alluvione di melassa nel 1919 che uccise 21 persone e ne ferì 150; un deposito esplose e un'ondata di melassa invase le strade causando morte e distruzione
Questi fagioli cotti nella melassa si preparavano solitamente nel fine settimana: Le massaie puritane dovevano osservare il precetto religioso che proibiva il lavoro manuale a partire dal sabato al tramonto fino alla domenica sera. Mettevano quindi la pignatta sul fuoco il sabato mattina così era pronta da consumare per l'intero week end
Ingredienti per 6 persone
500 g di fagioli rossi secchi
400 g guanciale
250 cl di melassa (io ne ho usata meno)
10 g senape in polvere (io ho messo quella in grani)
sale e pepe
mettere i fagioli a bagno per tutta la notte precedente (12 ore circa)
scolateli , sciacquateli e metteteli in acqua fredda con una puntina di bicarbonato, fate cuocere dal bollore per 20 minuti, scolate
tagliate due fette dal pezzo del guanciale: una lasciatela intera e l'altra fatela a dadini
mescolate la melassa alla senape e a mezzo cucchiaino di pepe
mettete sul fondo di un a pignatta di ghisa o una pentola che possa andare in forno la fetta di guanciale e copritela con dei fagioli
versatevi un terzo della melassa, poi mettete i dadini di guanciale
poi di nuovo fagioli e melassa fino a finire gli ingredienti
infine mettete il pezzo di guanciale intero con la cotenna verso l'alto
coprite con acqua bollente, coperchiate e mettet ein forno a 125°C per 3 ore e mezza
servite col pane nero di bOSTON
E proprio la melassa è al centro del triangular trade, il commercio triangolare che partiva dai Caraibi dove gli schiavi coltivavano la canna da zucchero; questa veniva spedita a Boston per essere trasformata in rum (ottenuto dalla distillazione della melassa) che veniva a sua volta utilizzato epr comprare altri schiavi in Africa occidentale da utilizzare nei Caraibi
Anche dopo che questo commercio ebbe fine, Boston rimase grande produttrice di rum e la melassa era ancora lavorata in grandi quantità. Ancor oggi si ricorda l'alluvione di melassa nel 1919 che uccise 21 persone e ne ferì 150; un deposito esplose e un'ondata di melassa invase le strade causando morte e distruzione
Questi fagioli cotti nella melassa si preparavano solitamente nel fine settimana: Le massaie puritane dovevano osservare il precetto religioso che proibiva il lavoro manuale a partire dal sabato al tramonto fino alla domenica sera. Mettevano quindi la pignatta sul fuoco il sabato mattina così era pronta da consumare per l'intero week end
Ingredienti per 6 persone
500 g di fagioli rossi secchi
400 g guanciale
250 cl di melassa (io ne ho usata meno)
10 g senape in polvere (io ho messo quella in grani)
sale e pepe
mettere i fagioli a bagno per tutta la notte precedente (12 ore circa)
scolateli , sciacquateli e metteteli in acqua fredda con una puntina di bicarbonato, fate cuocere dal bollore per 20 minuti, scolate
tagliate due fette dal pezzo del guanciale: una lasciatela intera e l'altra fatela a dadini
mescolate la melassa alla senape e a mezzo cucchiaino di pepe
mettete sul fondo di un a pignatta di ghisa o una pentola che possa andare in forno la fetta di guanciale e copritela con dei fagioli
versatevi un terzo della melassa, poi mettete i dadini di guanciale
poi di nuovo fagioli e melassa fino a finire gli ingredienti
infine mettete il pezzo di guanciale intero con la cotenna verso l'alto
coprite con acqua bollente, coperchiate e mettet ein forno a 125°C per 3 ore e mezza
servite col pane nero di bOSTON
IL Pane scuro di Boston
I pellegrini che giunsero nel Massachusetts e in altri stati del New England devono aver trovato più facilmente la segale del frumento perché cresceva meglio durante i freddi inverni e le fresche estati delle loro terre
Questo pane è fatto con farina di segale e di mais e di grano, una pratica comune alle famiglie povere che non potevano permettersi la farina bianca di grano e veniva cotto al vapore, oggi in latte del caffè ma anticamente in stampi di ceramica per dolci
Il vantaggio è avere un pane cotto senza forno, altro segno distintivo delle famiglie più abbienti
spesso è addizionato con uvetta e accompagna tradizionalmente i fagioli rossi alla bostoniana
La mia ricetta prevede farina di avena al posto della tradizionale farina di mais
90 g farina di avena
90 g farina di grano tenero bianca o integrale
90 g farina di segale
2,5 ml di sale
5 ml bicarbonato di sodio
90 g uvetta strizzata (si può anche omettere)
120 ml di melassa
240 ml di latticello (oppure 120 ml latte e 120 ml di acqua)
una latta cilindrica da litro oppure due latte di pelati grandi (da 450 ml)
mescolate le tre farine, il sale e il bicarbonato
scaldate leggermente il latticello e scioglietevi la melassa
versate il composto nelle farine e rimescolate bene, poi unite l'uvetta
foderate la latta con carta oleata e versatevi la crema fino a due terzi
coprite con alluminio e legate
mettete la latta in una pentola con acqua bollente che arrivi a circa metà e ponete sul fuoco
tenete dell'acqua bollente da parte
fate cuocere la latta per almeno 1 ora e mezza, rabboccando se necessario (possono volerci anche 2 ore) quando uno stecchino esce pulito il pane è pronto
io lo faccio asciugare per circa 15 minuti in forno
poi fatelo uscire tirando la carta
Questo pane è fatto con farina di segale e di mais e di grano, una pratica comune alle famiglie povere che non potevano permettersi la farina bianca di grano e veniva cotto al vapore, oggi in latte del caffè ma anticamente in stampi di ceramica per dolci
Il vantaggio è avere un pane cotto senza forno, altro segno distintivo delle famiglie più abbienti
spesso è addizionato con uvetta e accompagna tradizionalmente i fagioli rossi alla bostoniana
La mia ricetta prevede farina di avena al posto della tradizionale farina di mais
90 g farina di avena
90 g farina di grano tenero bianca o integrale
90 g farina di segale
2,5 ml di sale
5 ml bicarbonato di sodio
90 g uvetta strizzata (si può anche omettere)
120 ml di melassa
240 ml di latticello (oppure 120 ml latte e 120 ml di acqua)
una latta cilindrica da litro oppure due latte di pelati grandi (da 450 ml)
mescolate le tre farine, il sale e il bicarbonato
scaldate leggermente il latticello e scioglietevi la melassa
versate il composto nelle farine e rimescolate bene, poi unite l'uvetta
foderate la latta con carta oleata e versatevi la crema fino a due terzi
coprite con alluminio e legate
mettete la latta in una pentola con acqua bollente che arrivi a circa metà e ponete sul fuoco
tenete dell'acqua bollente da parte
fate cuocere la latta per almeno 1 ora e mezza, rabboccando se necessario (possono volerci anche 2 ore) quando uno stecchino esce pulito il pane è pronto
io lo faccio asciugare per circa 15 minuti in forno
poi fatelo uscire tirando la carta
sabato 18 maggio 2013
Crackers multicereali e semini
ancora una ricetta per recuperare gli esuberi di pasta madre
con questa si svuota anche la dispensa dai rimasugli delle farine
Ingredienti per 4 teglie di crackers ( si conservano molto bene in una scatola di latta ben chiusa
semini a sentimento,
mezzo cucchiaino di sale fino,
1 cucchiaione di olio evo,
50 g ciascuno delle farine poco panificabili ( segale, miglio, orzo, mais fumetto ma potete variare a piacere co farro, Kamut, farina integrale ecc ecc)
200 g di pasta madre proveniente dal rinfresco settimanale e in esubero (attenzione che non abbia l'acidino visto che è tantina),
100 g circa di acqua (io valuto l'impasto e aggiungo acqua al momento).
Allungo il lievito madre nell'acqua e poi mescolo le farine, poi il sale e l'olio e impasto per benino (di solito uso il bimby) .
Quando l'impasto è formato allargo e metto i semini poi li impasto bene bene dentro.
Lascio riposare un'oretta e poi stendo la pasta con la nonna papera, buco con la forchetta e taglio a strisce colla rotella.
Inforno subito dopo a 220°C per 10 minuti e poi li giro e faccio cuocere altri 5 minuti
con questa si svuota anche la dispensa dai rimasugli delle farine
Ingredienti per 4 teglie di crackers ( si conservano molto bene in una scatola di latta ben chiusa
semini a sentimento,
mezzo cucchiaino di sale fino,
1 cucchiaione di olio evo,
50 g ciascuno delle farine poco panificabili ( segale, miglio, orzo, mais fumetto ma potete variare a piacere co farro, Kamut, farina integrale ecc ecc)
200 g di pasta madre proveniente dal rinfresco settimanale e in esubero (attenzione che non abbia l'acidino visto che è tantina),
100 g circa di acqua (io valuto l'impasto e aggiungo acqua al momento).
Allungo il lievito madre nell'acqua e poi mescolo le farine, poi il sale e l'olio e impasto per benino (di solito uso il bimby) .
Quando l'impasto è formato allargo e metto i semini poi li impasto bene bene dentro.
Lascio riposare un'oretta e poi stendo la pasta con la nonna papera, buco con la forchetta e taglio a strisce colla rotella.
Inforno subito dopo a 220°C per 10 minuti e poi li giro e faccio cuocere altri 5 minuti
Le mantovanine (pane mantovano)
la ricetta proviene dal gruppo Pasta madre su FB ed è postata da Pavlos Papadopulos
Ingredienti per un chilo e mezzo di pane (16 mantovanine)
800 g farina 0
200 g farina manitoba
200 g PM solida
450 ml acqua
2 cucchiai di strutto (facoltativo)
3 cucchiaini sale
1 cucchiaio di malto d’orzo
Sciogliere la PM nell’acqua,
impastare tutti gli ingredienti
e far lievitare per 2-3h.
Dividere l’impasto in 16 pezzi di circa 100 g,
stendere con il mattarello ogni pezzo d’impasto, dopodiché lo arrotolate. Ogni rotolo si mette in verticale e si ristende con il mattarello e si arrotola ancora. Si mettono i rotoli a lievitare su una placca per altre 2 ore circa.
Riscaldare il forno a 220° C, praticare un’incisione su ogni pezzo, infarinare e mettere a cuocere per circa 30 min. Quando sono cotte, coprire con un telo e lasciare raffreddare.
Ingredienti per un chilo e mezzo di pane (16 mantovanine)
800 g farina 0
200 g farina manitoba
200 g PM solida
450 ml acqua
2 cucchiai di strutto (facoltativo)
3 cucchiaini sale
1 cucchiaio di malto d’orzo
Sciogliere la PM nell’acqua,
impastare tutti gli ingredienti
e far lievitare per 2-3h.
Dividere l’impasto in 16 pezzi di circa 100 g,
stendere con il mattarello ogni pezzo d’impasto, dopodiché lo arrotolate. Ogni rotolo si mette in verticale e si ristende con il mattarello e si arrotola ancora. Si mettono i rotoli a lievitare su una placca per altre 2 ore circa.
Riscaldare il forno a 220° C, praticare un’incisione su ogni pezzo, infarinare e mettere a cuocere per circa 30 min. Quando sono cotte, coprire con un telo e lasciare raffreddare.
venerdì 17 maggio 2013
Farfalle con pesto di zucchine e gamberoni
per il pesto:
6 zucchine giovani piccole e verde chiaro
50 g gherigli di noce
50 g parmigiano grattugiato
30 foglie di basilico
1 cucchiaio di acqua bollente
sale e olio evo q.b.
per finire di condire:
15 gamberoni . 30 grammi di pinoli
si tagliano le zucchine a rondelle e si mettono nel bicchiere del frullatore con gli altri ingredienti e si aggiunge olio piano piano fino ad avere una crema simile al pesto di basilico
si fanno tostare i pinoli in un padellino
si sgusciano i gamberoni e si fanno andare in padella sfumando con vino bianco
si cuociono le farfalle e si condiscono con il pesto aggiungendo pinoli e gamberoni
Torta casanova
Ricetta del maestro Giovanni Pina
è una torta moderna da credenza
con questa dose vengono due torte da 20 cm di diametro
io ne ho fatta una sola da 26 cm circa
ho sbagliato preparando prima la panna cotta. essa si è troppo solidificata e ho avuto difficoltà a stenderla
ingredienti
pasta frolla al cacao e cannella 250 g cotta in bianco (io ho usato pds)
crema leggera ai lamponi 600 g
panna cotta 600 g
cioccolato fondente 250 g (uova rotte)
salsa gelatinata ai lamponi 200 g
CREMA LEGGERA AI LAMPONI
panna 300 g
zav 60 g
lamponi 180 g
colla di pesce 8 g
mascarpone 60 g
mettere a bagno la gelatina e poi strizzarla
frullare i lamponi e setacciarli
prenderne 40 g e scaldarli a 40°C poi sciogliervi la gelatina strizzata, poi aggiungere il resto della purea
aspettare che raggiunga i 28 gradi C circa prima di utilizzarla
montare la panna lucida e versarne 100 g nella purea gelatinata, mescolare bene e poi mettere il tutto nella panna rimasta
amalgamare delicatamente
mettere il mascarpone in una ciotola e stemperarvi 150 g della crema panna e lamponi appena preparata
quando il composto è liscio e cremoso unirlo alla crema rimanente e amalgamare bene
mettere da parte
PANNA COTTA
panna 450 g
panna 90 g
zucchero a velo 55 g
gelatina in fogli 10 g
ammorbidire la gelatina in acqua fredda e strizzarla
porre a scaldare i 90 g di panna a 40°C e sciogliervi la colla di pesce
schiumare appena la panna rimanente con lo zav in modo che diventi un po' densa e unirvi la panna gelatinata a temp ambiente
mettere da parte rimescolando ogni tanto . è pronta quando diventa cremosa
SALSA GELATINATA AI LAMPONI
lamponi 130 g
zucchero 50 g
gelatina 3 grammi
frullare i lamponi e porne a scaldare a 40°C 40 grammi
aggiungervi la gelatina bagnata e strizzata, fare sciogliere, aggiungere lo ucchero
unire la purea gelatinata a quella rimasta e mescolare bene
tenere da parte
MONTAGGIO DEL DOLCE
Mettere su una teglia rivestita di cdf due anelli di 20 cm di diametro e alti 4 cm
sciogliere 100 g di cioccolato nel microonde e pennellarvi il disco di pasta frolla
in questo modo non si bagnerà a contatto con le creme
una volta che il ciocco si è solidificato, stendere la crema ai lamponi sulla base utilizzando un sap con bocchetta da 6 mm
cospargere la superficie della crema leggera, che avrete livellato con una raspetta, col restante cioccolato ridotto in scaglie
porre in freezer per 45 minuti
aggiungere la panna cotta e livellare, rimettere in freezer per 1 ora
versare sulla superficie della torta la salsa gelatinata fino al totale riempimento degli anelli
rimettere in freezer per 20 minuti (o in frigorifero per un tempo più lungo)
togliere gli anelli scaldandoli con una leggera frizione delle mani e passando la lama di un coltello torno torno e decorare a piacere
è una torta moderna da credenza
con questa dose vengono due torte da 20 cm di diametro
io ne ho fatta una sola da 26 cm circa
ho sbagliato preparando prima la panna cotta. essa si è troppo solidificata e ho avuto difficoltà a stenderla
ingredienti
pasta frolla al cacao e cannella 250 g cotta in bianco (io ho usato pds)
crema leggera ai lamponi 600 g
panna cotta 600 g
cioccolato fondente 250 g (uova rotte)
salsa gelatinata ai lamponi 200 g
CREMA LEGGERA AI LAMPONI
panna 300 g
zav 60 g
lamponi 180 g
colla di pesce 8 g
mascarpone 60 g
mettere a bagno la gelatina e poi strizzarla
frullare i lamponi e setacciarli
prenderne 40 g e scaldarli a 40°C poi sciogliervi la gelatina strizzata, poi aggiungere il resto della purea
aspettare che raggiunga i 28 gradi C circa prima di utilizzarla
montare la panna lucida e versarne 100 g nella purea gelatinata, mescolare bene e poi mettere il tutto nella panna rimasta
amalgamare delicatamente
mettere il mascarpone in una ciotola e stemperarvi 150 g della crema panna e lamponi appena preparata
quando il composto è liscio e cremoso unirlo alla crema rimanente e amalgamare bene
mettere da parte
PANNA COTTA
panna 450 g
panna 90 g
zucchero a velo 55 g
gelatina in fogli 10 g
ammorbidire la gelatina in acqua fredda e strizzarla
porre a scaldare i 90 g di panna a 40°C e sciogliervi la colla di pesce
schiumare appena la panna rimanente con lo zav in modo che diventi un po' densa e unirvi la panna gelatinata a temp ambiente
mettere da parte rimescolando ogni tanto . è pronta quando diventa cremosa
SALSA GELATINATA AI LAMPONI
lamponi 130 g
zucchero 50 g
gelatina 3 grammi
frullare i lamponi e porne a scaldare a 40°C 40 grammi
aggiungervi la gelatina bagnata e strizzata, fare sciogliere, aggiungere lo ucchero
unire la purea gelatinata a quella rimasta e mescolare bene
tenere da parte
MONTAGGIO DEL DOLCE
Mettere su una teglia rivestita di cdf due anelli di 20 cm di diametro e alti 4 cm
sciogliere 100 g di cioccolato nel microonde e pennellarvi il disco di pasta frolla
in questo modo non si bagnerà a contatto con le creme
una volta che il ciocco si è solidificato, stendere la crema ai lamponi sulla base utilizzando un sap con bocchetta da 6 mm
cospargere la superficie della crema leggera, che avrete livellato con una raspetta, col restante cioccolato ridotto in scaglie
porre in freezer per 45 minuti
aggiungere la panna cotta e livellare, rimettere in freezer per 1 ora
versare sulla superficie della torta la salsa gelatinata fino al totale riempimento degli anelli
rimettere in freezer per 20 minuti (o in frigorifero per un tempo più lungo)
togliere gli anelli scaldandoli con una leggera frizione delle mani e passando la lama di un coltello torno torno e decorare a piacere
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