piatto caratteristico di san Giovanni Valdarno
si prepara per le feste del perdono che si tengono a settembre e si serve a tutti i cittadini
durante la cerimonia dello stufato gira questa bella poesia
nello tempo ch'e detto carnevale
alla basilica, nelle grandi sale
sir iunivano in tempi ormai lontani
per far doni alla chiesa, i parrocchiani.
racconta una leggenda che una donna,
per onorare meglio la Madonna,
fece un piatto forte e assai drogato
che battezzò col nome di Stufato
questa ricetta tanto decantata,
di padre in figlio è stata tramandata,
e per la gioia di ogni buon palato,
è giunta fino a noi in original formato.
se questo piatto buono tu vuoi fare,
questi sono gli ingredienti che devi adoperare:
muscolo tre libbre, tagliato a modo
e di osso e zampa a parte fai il brodo.
tanto prezzemolo e di cipolle una,
fai un bel battuto con la mezzaluna;
vino olio di oliva, un'impepata,
spezie garofano e al fin noce moscata.
questo piatto che viene da lontano,
saprà ridarti quel rapporto umano
e far capire anche al più somaro
che il tempo è vita e non è denaro
sono importantissime le spezie che a Sangiovanni vengono vendute col nome di "spezie da stufato" e non si conosce la composizione
io uso un miscuglio di: noce moscata, cannella in polvere, chiodi di garofano pestati, cardamomo e macis
ce ne va un bel cucchiaio colmo
la ricetta è nella poesia ma la metto in versione più tradizionale
per 4 persone
spezzatino di muscolo 800 g
1 cipolla e un po' di prezzemolo tritati
1 bicchiere di vino rosso
1 cucchiaio di spezie
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
brodo fatto con zampe e ossi (deve essere gelatinoso)
olio evo sale e pepe
mettere in tegame con molto olio il battuto e la carne salare e pepare
far colorire e bagnare col vino, poi spolverare con le spezie
quando è evaporato unire il concentrato diluito in una tazza di bordo e continuare la cottura lentamente aggiungendo altro brodo
cuocere almeno per 2 ore.. o finchè la carne si sciolga in bocca
si prepara per le feste del perdono che si tengono a settembre e si serve a tutti i cittadini
durante la cerimonia dello stufato gira questa bella poesia
nello tempo ch'e detto carnevale
alla basilica, nelle grandi sale
sir iunivano in tempi ormai lontani
per far doni alla chiesa, i parrocchiani.
racconta una leggenda che una donna,
per onorare meglio la Madonna,
fece un piatto forte e assai drogato
che battezzò col nome di Stufato
questa ricetta tanto decantata,
di padre in figlio è stata tramandata,
e per la gioia di ogni buon palato,
è giunta fino a noi in original formato.
se questo piatto buono tu vuoi fare,
questi sono gli ingredienti che devi adoperare:
muscolo tre libbre, tagliato a modo
e di osso e zampa a parte fai il brodo.
tanto prezzemolo e di cipolle una,
fai un bel battuto con la mezzaluna;
vino olio di oliva, un'impepata,
spezie garofano e al fin noce moscata.
questo piatto che viene da lontano,
saprà ridarti quel rapporto umano
e far capire anche al più somaro
che il tempo è vita e non è denaro
sono importantissime le spezie che a Sangiovanni vengono vendute col nome di "spezie da stufato" e non si conosce la composizione
io uso un miscuglio di: noce moscata, cannella in polvere, chiodi di garofano pestati, cardamomo e macis
ce ne va un bel cucchiaio colmo
la ricetta è nella poesia ma la metto in versione più tradizionale
per 4 persone
spezzatino di muscolo 800 g
1 cipolla e un po' di prezzemolo tritati
1 bicchiere di vino rosso
1 cucchiaio di spezie
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
brodo fatto con zampe e ossi (deve essere gelatinoso)
olio evo sale e pepe
mettere in tegame con molto olio il battuto e la carne salare e pepare
far colorire e bagnare col vino, poi spolverare con le spezie
quando è evaporato unire il concentrato diluito in una tazza di bordo e continuare la cottura lentamente aggiungendo altro brodo
cuocere almeno per 2 ore.. o finchè la carne si sciolga in bocca
Le Feste del Perdono in Valdarno
Le Feste del Perdono affondano le proprie radici nella Toscana del XIV secolo e devono la loro nascita a gruppi di pacifisti ante litteram: i “Penitenti Bianchi”.
In quel periodo la Toscana, ma non solo, è come intrappolata in una spirale di violenza dalla quale è difficile liberarsi. Le guerre si susseguono alle guerre e ogni staterello, ma anche ogni città e quasi ogni paese, ha pretese da accampare, diritti da far rispettare, antichi privilegi da rivendicare… Quasi non si discerne più l'assalito dall'assalitore, il prepotente dal succube, il carnefice dalla vittima, in un vortice di situazioni in perenne mutazione che determinano anche improvvisi scambi di ruoli fra i protagonisti.
In un clima così arroventato, ecco fiorire il movimento dei "Penitenti Bianchi", uomini e donne d'ogni età e ceto sociale che, coperti di una tunica di lino bianco, percorrono le contrade salmodiando, fustigandosi, predicando la pace, la fratellanza, il rispetto reciproco e il perdono. In quel clima, pur predicando la pace, non sempre vengono accolti benevolmente. In alcune località sono addirittura osteggiati, rei di propugnare idee troppo rivoluzionarie in senso pacifista e lontane dall'ottica del momento. Ma il seme che gettano non trova solo terreno sterile.
Di quel remoto movimento religioso, che peraltro non riuscì a incidere in maniera efficace sui costumi dell'epoca, rimane traccia in alcune località della Valle dell’Arno tra Firenze e Arezzo e nelle colline del Chianti con le tante "Feste del Perdono": ricorrenze nate per implorare la misericordia divina.
Nel mese di settembre tutta l’area valdarnese entra in fermento con le Feste del Perdono che si celebrano nei centri più importanti di Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Bucine, Cavriglia, Pian di Sco’ e Figline Valdarno, ma che animano anche i paesini della zona, con quasi ogni centro abitato che dedica almeno una giornata a questa festività. La tradizione popolare nata intorno agli antichi movimenti "pacifisti" si è tradotta come un grande avvenimento da festeggiare con fiere, rievocazioni storiche, mostre d’arte, gare di sport, momenti di solidarietà, spettacoli, divertimento, luna park e gastronomia.
In quel periodo la Toscana, ma non solo, è come intrappolata in una spirale di violenza dalla quale è difficile liberarsi. Le guerre si susseguono alle guerre e ogni staterello, ma anche ogni città e quasi ogni paese, ha pretese da accampare, diritti da far rispettare, antichi privilegi da rivendicare… Quasi non si discerne più l'assalito dall'assalitore, il prepotente dal succube, il carnefice dalla vittima, in un vortice di situazioni in perenne mutazione che determinano anche improvvisi scambi di ruoli fra i protagonisti.
In un clima così arroventato, ecco fiorire il movimento dei "Penitenti Bianchi", uomini e donne d'ogni età e ceto sociale che, coperti di una tunica di lino bianco, percorrono le contrade salmodiando, fustigandosi, predicando la pace, la fratellanza, il rispetto reciproco e il perdono. In quel clima, pur predicando la pace, non sempre vengono accolti benevolmente. In alcune località sono addirittura osteggiati, rei di propugnare idee troppo rivoluzionarie in senso pacifista e lontane dall'ottica del momento. Ma il seme che gettano non trova solo terreno sterile.
Di quel remoto movimento religioso, che peraltro non riuscì a incidere in maniera efficace sui costumi dell'epoca, rimane traccia in alcune località della Valle dell’Arno tra Firenze e Arezzo e nelle colline del Chianti con le tante "Feste del Perdono": ricorrenze nate per implorare la misericordia divina.
Nel mese di settembre tutta l’area valdarnese entra in fermento con le Feste del Perdono che si celebrano nei centri più importanti di Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Bucine, Cavriglia, Pian di Sco’ e Figline Valdarno, ma che animano anche i paesini della zona, con quasi ogni centro abitato che dedica almeno una giornata a questa festività. La tradizione popolare nata intorno agli antichi movimenti "pacifisti" si è tradotta come un grande avvenimento da festeggiare con fiere, rievocazioni storiche, mostre d’arte, gare di sport, momenti di solidarietà, spettacoli, divertimento, luna park e gastronomia.
Nessun commento:
Posta un commento