giovedì 12 agosto 2010

La salsa rubra

rubra vuol dire rossa
penso ci siano tante versioni.. anche di questa
questa è la mia.. cioè è quella della mia famiglia.. una volta si metteva dentro le bottigliette dei succhi di frutta e si tappava con la macchinetta e le grette, cioè i tappi a corona di metallo
poi si metteva a sterilizzare come al solito

dosi:
 1 chilo e mezzo di pomodori,
5 peperoni rossi ( io ne avevo uno giallo e ce l'ho messo lo stesso)
2 carote, 2 cipolle 2 gambi di sedano,
3 chiodi di garofano, 3 rami di timo, 3 rami di basilico,
200 g zucchero,
mezzo litro aceto bianco,
2 spicchioni di aglio, 1/2 bicchiere di olio, sale

tagliamo a pezzi un po più piccolini della salsa di pomodoro i sapori, i pomodori e i peperoni


mettiamo prima i sapori a far insaporire nell'olio, poi i pomodori e portiamo a bollore
poi i peperoni lo zucchero, l'aceto e gli aromi, e facciamo cuocere 3 ore


passiamo col passino stavolta col disco più fine e poi ripassiamo di nuovo la salsa già passata





mettiamo di nuovo sul fuoco fino a che sia ridotta della metà
aggiustiamo adesso di sale e poi invasiamo
ci sta bene un bicchierino di cognac dentro ma non ditelo a nessuno...

1 commento:

  1. Davvero affascinante l’origine della salsa rubra, una storia fatta di incontri e contaminazioni tra popoli e culture lontane. Nel Seicento i marinai genovesi e olandesi, di ritorno dai loro viaggi nelle Indie, introdussero in Europa il kecap – dalle parole persiane ket e siap, traducibili come “salamoia di pesce” –, una salsa orientale a base di acciughe macerate e fermentate con noce moscata, soia e chiodi di garofano. Circa due secoli più tardi la preparazione arrivò negli Stati Uniti, dove fu trasformata dai cuochi James Mease, che nel 1812 arricchì la ricetta con il pomodoro, e sessant’anni dopo da Henry J. Heinz, che diede vita a una salsa completamente diversa da quella indiana, fatta con pomodoro, aceto, zucchero, cipolla e spezie. Era nato il ketchup!

    La celebre salsa rossa – che in origine, quindi, non aveva nulla a che fare con fast food e patatine fritte – fece ritorno in Italia nella versione modificata; nella seconda metà dell’Ottocento, la Cirio – fondata a Torino nel 1856 – cominciò a produrla su scala industriale, ispirandosi però a una succulenta specialità piemontese, il Bagnetto rosso (Bagnet rus in dialetto), umile ricetta dei contadini che la preparavano a fine estate con gli ortaggi della loro terra. Nel nostro Paese la massima diffusione del ketchup “rivisitato” si ebbe negli anni del Fascismo, quando venne impiegato come condimento al posto dell’olio e del burro perché più economico. Ma il Duce, come è noto, mal tollerava i vocaboli stranieri e così la Cirio lanciò addirittura un concorso per trovare un nome italiano alla salsa: tra i diversi vocaboli si contesero la vittoria “Vesuvio” e “Rubra” – dal latino rŭbĕr, “rosso” – e il secondo, sicuramente più rappresentativo, alla fine ebbe la meglio. (mangiarebuono.it)

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