“... verso la marina si giunge alla
piaggia, denominata la Foce, dove sono da otto a dieci case con la
chiesuola di san Pietro. E la piaggia è molto comoda e atta al varar
delle navi (…) E in questa piaggia a tempi nostri si è edificato
un amplissimo edificio quadrato e diviso in due parti, con chiostri e
molte officine concedenti alla cura degli ammalati di morbo
pestifero; alli quali, quando accade il bisogno è benissimo
provveduto. E da questa fabbrica verso la montagna, in larghezza di
un miglio e lunghezza due, sono bellissimi e fruttiferi orti
coltivati con molta diligenza; per il che producono ogni specie ed
ogni varietà di frutti ortilici e di erbe in grandissima abbondanza.
E questo territorio è nominato il piano di Bisagno”
Qui l'attuale Chiesa dei santi Pietro e Bernardo alla Foce (fonte wikipedia)
Questo brano tratto dagli Annali del
Vescovo Giustiniani (1537) testimonia l'antica devozione dei Genovesi
verso San Pietro. Del resto il nome di un quartiere di Genova,
Sampierdarena, (Comune autonomo col nome di San Pier d'Arena fino al
1926) ricorda una antica leggenda secondo cui il Santo avrebbe
riposato su quelle spiagge.. pardon arene.... dopo una veemente
predica dalle parti di piazza Banchi cuore del Centro Storico
genovese per convincere alla vera religione i sospettosi Liguri. La
chiesa che sorse a Banchi in suo onore fu distrutta in un incendio
nel Trecento e la chiesa di san Pietro della Foce fu demolita da una
terribile mareggiata nel 1821, sostituita in seguito da una nuova
Chiesa più grande e più resistente proprio a picco sulla scogliera,
ma il culto di San Pietro a Genova è rimasto vivo più che mai.
Ecco l'attuale chiesa di San Pietro in Banchi (fonte wikipedia)
Alla
sera della vigilia è ancora viva l'usanza di mettere all'aperto il
barattolo con la chiara d'uovo che al mattina si sarà trasformata
nel veliero del Santo, con cui si profetano meteo e mariti.
Lungo la
Foce del Bisagno fino al borgo di Boccadasse per molti chilometri si
snoda l'ultima domenica di giugno una Fiera ricchissima di articoli e
bancarelle, e alla sera il Comune regala a genovesi e turisti
meravigliosi fuochi d'artificio.
Anche a tavola i Genovesi doc hanno un
occhio di riguardo al menu, preparando piatti a base di pesce (San
Pietro è il Pescatore di anime) e anche le trattorie più tipiche
non si scostano dalla tradizione: squisita è la zuppa di cozze
accompagnata dalle caratteristiche gallette marinare di pane duro
perfette per raccogliere il sughetto e impareggiabile il fritto misto
di pesce, croccante e caldissimo, che può avere diverse declinazioni
ma in cui non possono mancare assolutamente le acciughe nostrane e
rigorosamente servito senza limone.
I dolci della giornata sono il lattedolce fritto, una crema pasticciera piuttosto densa impanata e fritta
e i canestrelli, deliziosi fiorellini di pasta frolla fondente
impolverati di zucchero al velo
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