domenica 7 marzo 2010

I brigidini di Lamporecchio

Tutto ebbe inizio con  Santa Brigida, una suora proveniente dalla Svezia che nel suo peregrinare si fermò nel Montalbano nel cuore della Toscana
qui fondò il convento dell'ordine delle "Brigidine" e si iniziò a produrre una specialità che riprendeva la forma dell'ostia consacrata e che dal suo nome principiò a chiamarsi "brigidino"
la famiglia Rinati prese questa tradizione e ancora oggi produce questo biscottino delizioso  avendo anche dei riconoscimenti internazionali
i brigidini sono chiamati anche cialde o cicalini  e sono una specialità di Lamporecchio sulla strada che da Pistoia porta ad Empoli
sono diffusi in tutte le sagre dela zona
le cialde oggi non si trovano praticamente più ma ci sono le macchine elettriche che li fanno a grande velocità, mantenendo comunque la loro bontà
anche il grande Artusi ne parla :" è un dolce o meglio un trastullo speciale della Toscana ove trovasi in tutte le fiere e feste di campagna e lo si vede cuocere in pubblico nelle forme da cialde"

un tempo si preparavano così
100 g di farina 00
1 uovo più un rosso
150 g zucchero
un pizzico di sale
10 g di anaci
una spruzzata di liquore all'anice
si lavora la pasta come la sfoglia poi si allunga in cilindri grossi come un mignolo taglaiai a pezzettini grandi come nocciole
si mettevano sul fuoco le schiacce che erano stampi fatti a tenaglia con due dischi in cima incisi con un disegno
su ogni schiaccia venivano messi 6 o 7 palline che si schiacciavano e si mettevano sul fuoco
appena i dolcetti erano pronti si mettevano nei cesti




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