lunedì 15 agosto 2011

il santuario della Beata Vergine della Neve a Madonna di PIetravolta

Non si conoscono documenti che offrano indicazioni precise sull'origine della devozione alla Beata Vergine della Neve, detta di Pietravolta.Si sa invece con certezza, che già nel 1500 esisteva una cappelletta dedicata alla Madonna con quel titolo e che nel 1600 era "vecchia e cadente", come risulta da una ricostruzione del tempietto fatta dalla "Comunità di Fontanaluccia" nel 1643 con "finestre e porte ben solide e munita di catenacci robusti". L'ubicazione della cappella sul ciglio dell'antica strada " Imperiale" o "Bibulca", ricordata più volte da diplomi imperiali del 900 e del 1000; il fatto che la strada attraversasse la "Selva Romanesca" nominata da Tito Livio; l'essere questa strada il naturale collegamento tra la Lucchesia e il Reggiano (dote della contessa Beatrice prima, di Matilde di Canossa poi); la costruzione della celebre abbazia di Frassinoro che dal 1071 al 1500 fu una reale potenza religiosa e civile; tutto questo fa pensare ad un'origine della devozione alla Madonna di Pietravolta molto remota ed avvalora un'ipotesi che se non è suffragata da documenti precisi, potrebbe però non essere lontana dal vero. Intorno ai secoli dodicesimo e tredicesimo la Badia di Frassinoro ebbe numerosi contatti con alcune abbazie di Francia che facevano capo alla più famosa abbazia di Cluny da cui per qualche tempo fu dipendente. Nei vari pellegrinaggi, visite e scambi tra le due abbazie, pare che un monaco insieme ad altri nella andata a Frassinoro, o nel ritorno,venisse sorpreso da una paurosa tormenta di neve che,nella sella scoperta dal bosco, a 1160 metri fra le due Valli del Dolo e del Dragone (dove ora sorge il Santuario) si era fatta più insidiosa tanto da mettere in pericolo la vita dei viaggiatori. I monaci non trovarono di meglio che invocare la Madonna venerata nella loro abbazia come "la pierre qui vire". riuscirono a raggiungere qualche casolare e uscire dalla pericolosa tormenta. Grati per questi isperato aiuto, i monaci raccontarono l'avvenimento e decisero (allora o in altra occasione)di collocare un'immagine della Beata Vergine della "pierre qui vire", parole francesi che tradotte, per noi diventano della "pietra che volta", cioè pietravolta.Come s'è detto, è un ipotesi con qualche appiglio soltanto.La piccola "maestà" con l'immagine della Vergine di Pietravolta fu presto circondata di venerazione e non molto dopo si trasformò in cappella, visitata ed onorata dai pellegrini. Non fa meraviglia che diventasse presto un luogo di sosta e di rifugio come lo erano sulla medesima strada "Bibulca" luoghi come quello di San Geminiano e quello ancor più famoso di San Pellegrino in Alpe. Se quanto fin qui scritto non si appoggia su documenti, le notizie storiche ci sono, le riportiamo traendole da pubblicazioni e registri vari.
RICOSTRUZIONE DELL'ANTICA CELLA E DELLA CASA DELLA PREGHIERA "MADONNA DI PIETRAVOLTA"
Affiancata alla vecchia chiesina fin dagli inizi del ?700 è sempre esistita la "Cella" del Frate del Santuario o del Romito come usavasi chiamare dalla popolazione. Era una modesta casetta a due piani e 4 o 5 vani per abitazione del custode o dei vari Romiti che si sono susseguiti fino al 1914 - 1915. La modestia e angustia della casa aveva indotto il frate Bertagnini attorno al 1860 a costruire un certo numero di cellette affiancate alla chiesa come è detto sopra. Nel progetto di ricostruzione e ampliamento del Santuario nel 1947 - 1948 si tenne conto anche di detta abitazione. Nacque così l'idea di affiancare al Santuario una casa moderna di ospitalità. L'idea fu caldeggiata dall'allora On. Giuseppe Dossetti il quale con amici si adoperò per procurare dei fondi allo scopo. Demolita la vecchia cella sorse così la bella ed ampia costruzione attuale che può ospitare comodamente una cinquantina di persone anche per vari giorni.Quando si compì nel 1951 la costruzione del rustico ci fu il problema dell'arredamento intervenna allora il Parroco di Fontanaluccia responsabile del Santuario e un gruppo di amici modenesi che facevano capo all'onorevole Gorrieri una convenzione per la quale una organizzazione di Modena i (Sindacati liberi) avrebbe avuto in uso per tre o quattro mesi all'anno la detta casa di Ospitalità per un congruo numero di anni; quale compenso avrebbe donato alla casa tutta la suppellettile occorrente al buon funzionamento della medesima. Nacque così la "pensione della Madonna" che ospito per ben 13 anni, dal 1951 al 1964 numerosi operai e impiegati che, soli o con la famiglia passavano un periodo di ferie a modico prezzo. Fu un periodo di floridezza economica per la borgata della Madonna per la grande frequenza di villegianti: chi non poteva alloggiare alla pensione trovava il modo di accamparsi presso le famiglie della borgata usando la pensione come ristorante. Parecchie famiglie furono così compensate delle prestazioni che avevao fatto per l'abbellimento del Santuario. Nel periodo non usato da quella organizzazione la casa serviva per incontri e ritiri Spirituali di Sacerdoti e laici delle Parrocchie limitrofe. Ultimato il contratto la casa venne sempre più assumendo la caratteristica di Casa degli Esercizi, fino a diventare nel 1968 "Casa della Preghiera" per le Carmelitane Minori della Carità (le Suore nate a Fontanaluccia e che servono i poveri nelle Case della Carità), divenne così il Centro permanente di preghiera aperto non solo alle Carmelitane che a turno passano una o due settimane l'anno in silenzio e adorazione ma a quanti desiderino un po' di quiete per lo spirito.Da qualche anno si succedono nella casa varie comunità religiose e numerosi laici che o a gruppi o alla spicciolata mantengono un clima permanente di silenzio e di preghiera così da far conoscere a tutta la Diocesi e anche fuori la "Casa della Preghiera Madonna di Pietravolta". Mons. Baroni Vescovo di Reggio ha avuto la bontà di additare alla Diocesi centro di preghiera in un recente suo documento.
 particolare del fregio sopra la porta
Pietravolta è documentata, fin dal 1222, come una delle località per le quali transitava la via Bibulca. Anche un trattato sulla manutenzione di detta strada stipulato fra Modena e Lucca nel 1306 cita "locum dictum Pietravolta" nel territorio di Roncosigisfredo. Già nel '600 vi si conservava in una cappella che portava il titolo della Beata Vergine della Neve, un quadro della Madonna ritenuto miracoloso. Di tale capella, posta esattamente sul crinale che separa le valli del Dolo, a ponente, e del Dragone, a levante, e segna in quel tratto il confine tra la diocesi di Modena e di Reggio Emilia, si contendevano la giurisdizione il parroco di Arcovolto (Riccovolto vecchio), in diocesi di Modena, e quello di Fontanaluccia, in diocesi di Reggio Emilia. Nel maggio del 1642 la venerata immagine della Vergine di Pietravolta fu nottetempo trafugata dagli abitanti Arcovolto e trasferita nella loro chiesa. Quelli di fontanaluccia se ne riappropriarono, con lo stesso sistema, nel novembre successivo e la trasportarono nella loro chiesa dove rimase esposta per alcuni giorni prima di essere nascosta in luogo segreto. La controversia, infine, fu rimessa ai vicari delle due diocesi che la risolsero a favore di Fontanaluccia il cui rettore riconsegnò alla comunità di Pietravolta il quadro che fu collocato in una nuova e più grande cappella eretta nel frattempo vicino alla precedente, ormai cadente. Un secolo e mezzo più tardi anche questa seconda chiesa, per i danni del tempo e dell'instabilità del suolo, minacciava rovina cosichè nel 1792 ne fu eretta poco distante una terza che nel 1850 l'allora custode fra' Pacifico da Giuncugnano, dotò del campanile. A metà del '900 la chiesa è stata ampliata con l'aggiunta del transetto, dell'abside e dell'insolito tiburio quadrato e ornata con elementi architettonici e scultorei in pietra serena di gusto medioevaleggiante sia nella facciata, percorsa in basso da archetti su colonnine, sia all'interno. Nel 1979 è stato costruito il porticato con architravi in legno e colonnette di cemento armato sul lato sinistro del sagrato.
 fonte: "L'appennino modense di ponente" comunità montana Appennino Modena Ovest 1996
questa è l'immagine venerata

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